Clericalismo o lussuria? Quali le cause dello scandalo della pedofilia?
L’esplosione degli scandali di pedofilia in Cile, negli
Stati Uniti, in Honduras, in Colombia e in altri paesi mette tutti i cattolici
davanti a una questione nucleare: ma, qual è la causa di un male così
riprovevole?
Papa Francesco nella sua Lettera
al Popolo di Dio sembra concentrarsi, in base alla “teologia del popolo”,
sul male dell’abuso di autorità, ovvero, il clericalismo: “Il clericalismo,
favorito sia dagli stessi sacerdoti sia dai laici, genera una scissione nel
corpo ecclesiale che fomenta e aiuta a perpetuare molti dei mali che oggi
denunciamo. Dire no all’abuso significa dire con forza no a qualsiasi forma di
clericalismo”.
Nessuno può negare che nell'uomo concepito nel peccato
originale esista una palese e radicata tendenza alla superbia. Questa cattiva
erba fa sì che i superiori spesso siano tentati a imporsi in modo abusivo, ma
anche, bisogna dirlo, spinge gli inferiori a ribellarsi di continuo contro ogni
tipo de autorità, quella di Dio compresa. La difficoltà di tanti cristiani “moderni”
per sottomettersi alla legge evangelica è un grido stridente e perfido dell’orgoglio
dominante.
Tuttavia, davanti a un problema più legato al sesto comandamento
della legge del Signore – come quello della pedofilia – alcuni si sono mostrati
perplessi
perché “il Papa non chiama i problemi con i loro nomi”. Altri osservano,
giustamente, che le parole castità, purezza, lussuria, omosessualità, non
vengono scritte neppure una volta nella Lettera del Papa. E non ci saranno. Infatti, il
giornalista enfant gâté del
Pontefice, ci rassicura perentoriamente: “Abusi,
nessun nuovo documento papale. C’è da applicare la lettera”.
A confermare la tendenza argomentativa ufficiale, pochi giorni dopo la resa pubblica della Lettera al Popolo
di Dio il Santo Padre durante un'incontro con sessanta tre gesuiti irlandesi ribadì la sua
opinione sul affaire abusi, cioè, per
lui alla radice di questi crimini c’è il famigerato clericalismo
elitistico.
Il dibattito sulla causa della pedofilia nella Chiesa si
riaccese il 26 agosto con la pubblicazione del manifesto Viganò, di cui
parleremo in altra occasione. Sembrerebbe, a partire di questo scandalo, più
che mai necessario scavare fino alle basi di una sciagura ormai abominevole e stessissima
per stiparla “in modo da non lasciar né radice né germoglio” (Ml 3, 19).
Dalla parte dei cosiddetti progressisti, il Prof.
Carriquiry, amico di Papa Bergoglio e suo fedele sostenitore, aggiunse oltre al
clericalismo l’urgenza di selezionare i candidati al sacerdozio. Tutto
qua. Sembra una direttiva saggia anche se non fa riferimenti diretti alla
castità se non tangenzialmente: “meglio pochi seminaristi e preti, ma santi”.
Il silenzio sulla virtù della purezza e sulla fedeltà al celibato preoccupa molti
cattolici, ma anche certi cardinali.
Infatti, lo stesso San Pietro, nella sua seconda lettera mette in guardia i fedeli
sui falsi profeti che vivendo in modo dissoluto cercheranno di corrompere gli
altri con la sua eresia: “Ma costoro, come animali irragionevoli nati
per natura a essere presi e distrutti, mentre bestemmiano quel che ignorano,
saranno distrutti nella loro corruzione, subendo il castigo come salario
dell'iniquità. Essi stimano felicità il piacere d'un giorno; sono
tutta sporcizia e vergogna; si dilettano dei loro inganni mentre fan festa
con voi; han gli occhi pieni di disonesti desideri e sono insaziabili
di peccato, adescano le anime instabili, hanno il cuore rotto alla
cupidigia, figli di maledizione! Abbandonata la retta via, si sono smarriti
seguendo la via di Balaàm di Bosòr, che amò un salario di iniquità, ma fu
ripreso per la sua malvagità: un muto giumento, parlando con voce umana, impedì
la demenza del profeta. Costoro sono come fonti senz'acqua e come nuvole
sospinte dal vento: a loro è riserbata l'oscurità delle tenebre. Con discorsi gonfiati e vani adescano
mediante le licenziose passioni della carne coloro che si erano appena
allontanati da quelli che vivono nell'errore. Promettono loro
libertà, ma essi stessi sono schiavi della corruzione. Perché uno è schiavo
di ciò che l'ha vinto. (2 Pe 2, 12-19)
Non sarebbe il caso di agire con vigore, come fece San Paolo
tra i Corinzi consegnando a Satana quel impuro che conviveva con la moglie di
suo padre? Non è per caso più grave che sacerdoti del Signore Gesù tradendo l’amore
purissimo e santo di Cristo verso i fanciulli, gli abbiano usato come oggetti
spregevoli per soddisfare le sue più basse passioni? O addirittura abbiano
praticato tali atti impuri “come
veri e propri riti satanici”?
Meditate, pregate, e schieratevi dal lato della Verità…
Cercate di annoverarvi tra quelli che detestano e piangono per l’attuale
situazione supplicando Dio affinché intervenga in modo chiaro e categorico per
rimettere ordine nella Chiesa e nel mondo (cf 2Pt
2, 7-9).
Vi consiglio, finalmente, la lettura di questo articolo molto
equilibrato. Vi piacerà.
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